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La Lamborghini LM002 il fuoristrada “infuriato”

Scritto da Lino Di Betta | 07 aprile 2021
Non vi erano mezze misure con questa Lambo che qualcuno aveva soprannominato “Lambo Rambo” per la sua “durezza”. Il concetto era sicuramente quello tipico del “la ami o la odi “.

Qualcuno forse avrà avuto la fortuna di vederla sfrecciare per le strade verso la metà degli anni 80’, con le sue linee fiere e definite. Non vi erano mezze misure con questa Lambo che qualcuno aveva soprannominato “Lambo Rambo” per la sua “durezza”. Il concetto era sicuramente quello tipico del “la ami o la odi “. Una simile creatura poteva uscire solamente dagli stabilimenti Lamborghini: stiamo parlando della LM 002, antesignana del concetto di SUV, quando ancora questo acronimo non esisteva. Nonostante la sua stazza, era estremamente agile: con un peso di 2,5 tonnellate e 450 HP, il suo motore V12 di 5167 cc - derivato dalla Countach Quattrovalvole - la spingeva comunque ad una velocità massima di 220km/h, incoronandola come il fuoristrada più veloce del pianeta. Esagerata era l’aggettivo adatto per definirla.

Il progetto LM002 nacque a cavallo degli anni ’70 come base per lo sviluppo di un veicolo militare, lo Cheetah, ma rimase sospeso sino al 1981 quando Giulio Alfieri, ingegnere dello staff Lamborghini, lo recuperò. Si trattava di un concept innovativo con motore in posizione posteriore, cui seguì il prototipo LMA, su cui invece il gruppo di propulsione venne collocato in posizione anteriore. La carrozzeria era in alluminio e fibra di vetro, gli pneumatici Scorpion erano adatti sia alla strada sia ad affrontare le sabbie desertiche, con interni personalizzati e realizzati su specifiche dei clienti, come la trazione integrale prevista come optional.

Il modello venne presentato al Salone di Bruxelles nel 1986 e, pur se realizzato in poche centinaia di unità, è ancora oggi destinato a raccogliere l’ammirazione dei tanti appassionati.

In questa storia del mese, assieme alla mitica LAMBO, il protagonista di cui vorremmo parlare è:  lo SMOBIPLUS, che fa parte a buon diritto dei best seller WORKY.

Questa versione rinnovata dell’unità filtro aspirante per aspirazione fumi di saldatura - presentata ufficialmente e a livello internazionale durante la fiera Autopromotec 2019 (pur se già introdotta nei mesi precedenti nella vasta gamma di soluzioni WORKY) è il frutto dell’attività di WORKY nell’ambito della Ricerca e Sviluppo non solo di prodotti nuovi, ma volta anche all’evoluzione dei prodotti già in gamma

La batteria di filtri degli SMOBIPLUS è ben protetta - nelle sue apposite guide di sostegno - dalla robusta struttura costruita in lamiera di acciaio e dalle linee ben definite che accoglie nella parte frontale anche l’aspiratore da 1,5 HP. Lo sviluppo orizzontale della scocca dell’unità filtrante assicura stabilità e agilità di posizionamento, rendendola una unità robusta e al tempo stesso funzionale.

L’alloggiamento del ventilatore in corrispondenza della flangia di collegamento al braccio articolato permette di ottimizzare la potenza aspirante: a seconda dell’allestimento filtri, la portata può raggiungere i 1500 m3/h.   Delle 4 ruote di cui lo SMOBIPLUS è dotato, due sono pivotanti, e di queste due, una è anche frenante. Grazie al kit SMOBIPLUS-KE, che può essere fornito come optional, il punto di espulsione dell’aria filtrata può essere spostato canalizzando l’aria attraverso una tubazione flessibile di 10 mt.  

L’apparecchio è dotato di un apposito conta-ore per visualizzare i tempi di utilizzo dell’unità e facilitare quindi una buona programmazione delle attività di manutenzione.

Le caratteristiche tecniche dell’aspiratore fumi saldatura portatile serie SMOBIPLUS si differenziano per tipologia di filtrazione e quantità di carboni attivi, a seconda delle diverse esigenze di utilizzo. 

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